Andrea Rivera è attore e musicista romano, presentatore tra l’altro di un Primo Maggio 2007 in cui tirò fuori una bella vis polemica verso lo Stato assente in tante circostanze, ma anche verso il Vaticano che aveva rifiutato la funzione religiosa a Piergiorgio Welby .. per dire che sembra un po’ farfallone, ma alcune cose le dice piuttosto chiare.
Rivera conduce a Parla con me delle stralunate "interviste" al citofono, in cui persone spesso disinformate rispondono in modo ancora più stralunato
Ho ritrovato questo brano sulla globalizzazione , ironico ma che mi ha fatto un po’ riflettere sulla crisi e su quanto noi consumatori si sia, se non vittime, quantomeno soggetti passivi del sistema.
Pensavo dunque che, mentre da un lato mi piacciono la cucina cinese o il kebab, gli incensi e le sciarpe pashmina del Bangladesh, i bambini cinesini o di pelle scura che tornano da scuola insieme ai bambini italiani e la filippina che accompagna a passeggio la signora anziana dell’ultima scala o penso ai ragazzi africani mentre apro una scatola di pelati e mi faccio incartare volentieri la verdura dal maghrebino o mettere la benzina dal ragazzo beng alese perché probabilmente non avrei né benzina né verdura… dall’altro non capisco perché devo mangiare aranci che vengono dalla Spagna e usare burro danese o olio fatto con olive greche, perché delle auto in circolazione una minoranza sono Fiat e la maggioranza Toyota, Renault, Volkswagen, Yundai ecc., le calcolatrici e la macchine da scrivere elettriche una volta erano Olivetti ma ora i computer sono LG, Acer o Compaq, il frigo e la lavatrice di mia madre erano Ignis o Indesit e adesso Kelvinator e simili.
Capisco l’importazione di materie prime di cui siamo scarsi, che so, i minerali, forse il legno o il cotone, ma il resto? voglio dire, qualcosa è sfuggito di mano alla nostra classe di imprenditori o no? l’innovazione si sa ancora che cos’è o ci si accontenta di importare e importare cose che magari durano la metà se non un terzo del tempo che duravano una volta? (elettrodomestici usa e getta come magliette cinesi sintetiche che sfrigolano al buio e scarpe che costano poco ma dopo un paio di volte le devi buttare. I profitti accumulati negli anni sono stati reinvestiti nelle aziende o sono partiti per qualche paradiso fiscale? ..
Forse si dovrebbe ragionare un po’ anche di questo quando si parla di crisi e non continuare a chiedere casse integrazioni e mobilità, che durano quello che durano, e poi ci si ritrova di nuovo col sedere per terra.
http://www.myspace.com/riveraandrea
21/02/2010 at 12:23
sono arrivata qui per caso, e per ironia della sorte il mio primo post -ho aperto il blog oggi perchè ho sempre detto "non lo farò mai"- parla di globalizzazione.
o forse sono solo pensieri buttati al vento. non so.
rivera è un grande, e mi ha fatto sorridere il fatto che abbia inserito l’immagine delle morti bianche. una guerra civile di cui nessuno parla.
21/02/2010 at 12:31
.. e benvenuta tra quelli che almeno si sforzano di contrastare questo magma indefinito chiamato globalizzazione in cui neanche a dirlo i più deboli soccombono..
ciao
21/02/2010 at 13:56
di Rivera dico nulla…so manco chi è…però ti dico che la FIAT sai cosa ti risponde? costruire le macchine in Polonia costa mooolto meno..giusto o sbagliato che si, è la verità, purtroppo…anch’io sono contro questa globalizzazione selvaggia..ad esempio,siamo pure invasi da prodotti cinesi che fanno schifo..e son pure pericolosi…ma costano un c..o, e la gente non sottovaluta questo aspetto..ti faccio ancora un esempio della mia terra: i porcini, classico prodotto delle mie parti, bene, un kg di porcini nostrani costa anche 30 euro, un kilo di porcini rumeni costa la metà: secondo te la gente cosa compra??’
p.s. io 1/2 kilo dei miei porcini…io però..e gli altri???
buona domenica a tutti…
21/02/2010 at 22:33
E’ la legge del mercato…è sempre stato così, anche nella Roma Antica…produrre all’estero e rivendere in Italia è più vantaggioso, semplicemente. Questo credo non si possa cambiare.
21/02/2010 at 23:18
giovanotta sei mitica…..
22/02/2010 at 12:56
Stefano
esagerato grazie 🙂 ciao
Arte
capisco le importazioni di cose che qui non ci sono (così funzionava credo nella Roma antica.. stoffe, spezie, preziosi.. e schiavi..
ma non ciò che si potrebbe produrre qui, come in effetti si produceva!!
e mentre è vero che il capitalismo ha come scopo il profitto, di default…
è pur vero che in Italia c’erano fiori di industrie che hanno fatto il boom della nostra economia negli anni 60 e 70
è, secondo me, che poi i rampanti anni 80 (la Milano da bere e non solo Milano) hanno mandato in malora buona parte del knowhow per puntare sulla finanza, Fiat in primis!!
è che si è lasciata andare in malora buona parte dell’agricoltura (che ci mangiamo??) per non parlare del turismo (km di coste rovinate dalla speculazione), fiumi inquinati, prezzi spropositati.. e quindi ci sorpassano Francia, Grecia, Spagna..
come riusciamo a darci noi la zappa sui piedi non ci riesce nessuno..
salutone
22/02/2010 at 14:38
hai ragione, ma la risposta, è come hanno detto gli altri, nei costi. Prova a comprare un bel golf, italiano, ok, anche io lo faccio, ma in liquidazione, altrimenti non si può. Poi c’è anche tanto spreco, dici le arance, se penso tutte quelle che buttano o i pomodori. non so. Devo dire, che ora veramente Grecia e Spagna non stanno tanto messe bene. Forse la Germania, la Francia. Forse è la legge del mercato, se non si apre, andiamo ancora più a fondo.
24/02/2010 at 13:18
come dice grillo piuttosto che produrre biscotti italiani e portarli in america e viceversa non ci si potrebbe scambiare le ricette?